Gli elementi fondamentali della vita monastica

1_0_748375San Benedetto definisce il Monastero la casa di Dio. All’interno di questa casa si conduce vita comune, armonizzata tra preghiera e lavoro, lettura spirituale e studio, solitudine e silenzio: caratteristiche fondamentali per chi desidera cercare Dio e non avere nulla di più caro di Cristo. Seguendo la regola di San Benedetto, le monache cercano di vivere nella fedeltà gli insegnamenti del loro Padre, aperte tuttavia alle nuove urgenze che la Chiesa e i segni dei tempi richiamano.

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La Medaglia di San Benedetto

La Medaglia di San Benedetto è un segno sacro molto diffuso tra i fedeli cattolici. Presenta su un lato la Croce di Cristo, e sull’altro l’immagine di San Benedetto Abate. Sulla Croce ed intorno ad essa, si leggono le iniziali di un’orazione o di un esorcismo. La Medaglia di San Benedetto ricorda ai fedeli che la portano con sé la presenza costante di Dio e la sua protezione. Il significato delle iniziali è il seguente, nel testo latino e nella traduzione italiana:

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Preghiera a San Benedetto, Patrono d’Europa

San_Benedetto_da_Norcia_by_IElioISan Benedetto, uomo di Dio, tu fosti temprato nell’austera solitudine per divenire maestro di vita in comunione. In un’epoca di gravi sconvolgimenti per il migrare dei popoli e il crollo dei valori costituisti la “scuola del divino servizio” in cui, nella preghiera e nel lavoro, nell’ascesi e nella preghiera e nel lavoro, s’impara a cercare veramente Dio e a costruire la città della pace stabilita sul Cristo, roccia eterna.

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Alcuni benedettini celebri

Innanzitutto San Benedetto da Norcia e sua sorella Santa Scolastica. Poi, a dimostrazione dell’importanza raggiunta dal monachesimo benedettino nel Medio Evo, ben nove papi “benedettini” si succedono sul soglio di Pietro:

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Chi mi darà ali di colomba

Chi mi darà ali come di colomba, per volare e trovare riposo? (Sal 54,7). La persona umana rimane con questo eterno enigma che rende indecifrabile l’esistenza e ogni cosa che tocca, perché ogni cosa non è in connessione con niente, se la fonte dell’Essere non si rende a lei familiare in un incontro gratuito e amorevole, totalmente umano, che apre le cose e la realtà a un orizzonte divino. La Vocazione Monastica è comune a tutti i popoli e si caratterizza come una ricerca di Dio, fonte di felicità.

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Come rendere vera la Vocazione

Uso qui la parola verificare nel senso di far vero, rendere vero. Come si fa a rendere vera la propria vocazione? Anzitutto essa deve trovare corrispondenza nel nostro cuore, facendoci vivere nel presente con maggiore chiarezza, entusiasmo, con maggiore generosità capace di sacrificio, con più gusto. La vocazione è vera, se ti fa vivere il presente nella totalità dei suoi fattori. Se essa invece ci attrae, ma ci fa fuggire dal presente, se ci fa credere che bisogna aspettare che cambino le cose per diventare migliori, allora non siamo di fronte alla vocazione, ma ad una fuga, ad una alienazione. La vocazione deve rendere più denso il presente, cioè più carico di scopo.

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Ora, Labora et Lege

La giornata in un monastero, che è la casa del Signore, si vive scandita tra le ore dedicate alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio, e al lavoro, in un clima di famiglia. Infatti la preghiera, il lavoro, la vita fraterna sono i valori fondamentali della Regola benedettina. Per preghiera si intende la relazione personale e comunitaria che le monache e i monaci vivono con Dio. Essa è il legame privilegiato per vivere questa relazione: Infatti più volte al giorno, nell’Eucaristia, e nell’Ufficio divino, le monache pregano, a voce alta comunitariamente nel Coro del monastero. Ma esiste anche la preghiera personale che è quella che si fa individualmente, in Coro e in Cella, nella solitudine, e si chiama Lectio Divina.

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Il canto liturgico nella tradizione monastica e il canto gregoriano

Il Canto liturgico è presente nella tradizione monastica fin dalle origini del monachesimo perché presente all’interno del cristianesimo come aspetto rilevante nel servizio di Dio. Il monaco è al servizio di Dio e la sua donazione diventa anche servizio liturgico, canto di lode, offerta viva espressa in vari modi, tra i quali il canto liturgico.  Come siano nati i primi canti cristiani , per chi li consideri soltanto dal lato tecnico, è questione ancora dibattuta: da una parte i canti ebraici, dall’altra i canti greco-romani offrirono ai canti cristiani, fondendosi e compenetrandosi, le basi sulle quali ulteriormente si svilupparono.

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La giovane Ilaria Antonini sceglie la clausura

suor beatriceDopo aver vissuto cinque anni, nel silenzio e nella preghiera, nel monastero delle Monache Benedettine di Santa Caterina in San Sisto di Potenza Picena, il 3 ottobre 2012 si è svolta la cerimonia di investitura della 26enne potentina Ilaria Antonini che ha scelto di diventare suora di clausura. Illuminata dalla fede, la sua è stata una vera scelta di credo e di vita. L’invesitura ufficiale si è svolta in una gremita Chiesa Collegiata di Santo Stefano, con una solenne cerimonia celebrata dall’Arcivescovo della Diocesi di Fermo S.E. Mons. Luigi Conti e dal parroco don Andrea Bezzini, alla presenza dell’Abbadessa suor Maria Paola.

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La vocazione

Sono molte le ragazze e i ragazzi che sentono in fondo al proprio cuore una Voce. Una voce che chiede di essere ascoltata ma che il più delle volte é ignorata solo per paura. Sì, diciamocelo chiaro: il Signore si fa sentire nel profondo delle nostre coscienze ed una volta almeno, anche voi avete avvertito una qual certa chiamata …”Ma perché proprio io?” E con questa domanda-risposta forse avete messo a tacere il vostro cuore, avete messo a tacere il Signore che invece voleva incominciare a parlare con voi. E’ vero, la paura gioca brutti scherzi. Blocca la vita!

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